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La concorrenza si batte con l’innovazione

La concorrenza si batte con l’innovazione

Le imprese italiane lamentano una forte concorrenza, che alcuni arrivano a definire “sleale”, da parte di quei Paesi che offrono prodotti a prezzi stracciati e che inficerebbero, così, la correttezza del mercato di concorrenza. In particolare, viene spesso citata la Cina che – per il fatto che il costo del lavoro è incredibilmente inferiore rispetto a quello dei Paesi occidentali e per il mantenimento del cambio moneta artificialmente basso – si può permettere di offrire prodotti magari non di qualità ma a cifre modiche e conquistare così gli acquirenti.

“La difficoltà per i produttori italiani di conservare i margini a fronte della crescente concorrenza dei produttori emergenti è aggravata dai ritardati pagamenti da parte del Servizio Sanitario Nazionale” afferma l’avv. Francesco Maria Lino di Omnialex. “Appare chiaro che, a parità di condizioni con gli altri Paesi europei, l’Italia subisce anche l’incostanza nei pagamenti e la cattiva gestione dei fondi da parte delle ASL che spesso dichiarano di non avere flussi di cassa tali da poter effettuare i pagamenti, ritardando continuamente il saldo dei loro debiti”.

“Inoltre le aziende italiane, da sempre all’avanguardia e pronte a investire nell’innovazione – che è la vera soluzione per sfuggire alla competizione basata unicamente sul prezzo -, sono frenate nel destinare i propri fondi nella ricerca proprio perché i loro clienti del settore pubblico non mantengono fede agli impegni presi” continua l’avv. Federico Lerro di Omnialex. ”Questa situazione può essere almeno in parte risolta andando a recuperare i propri crediti e gli interessi di mora sugli insoluti e sui ritardati pagamenti da parte del Servizio Sanitario Nazionale: con questi introiti, su cui molte aziende ormai non fanno più affidamento, l’industria italiana potrebbe ripartire e tornare leader grazie agli investimenti nell’innovazione e nella ricerca e tanti “cervelli” di talento, forse, non sarebbero costretti a emigrare per fare ricerca.”

“Ne guadagnerebbe tutto il settore: anche le case di cura convenzionate con lo Stato, recuperando i propri crediti, avrebbero i fondi per acquistare prodotti e macchinari all’avanguardia, in modo da fornire un servizio eccellente. Così come, d’altra parte, gli ospedali stessi. Senza dimenticare che l’utente finale di questo meccanismo, è il paziente. Cioè tutti noi” conclude l’avv. Lino.