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LA PREVENZIONE COME ARMA PER SCONFIGGERE LA MALATTIA E I SUOI COSTI: PECCATO CHE LO STATO ITALIANO TAGLIA I FONDI PROPRIO AI CENTRI DI ANALISI

LA PREVENZIONE COME ARMA PER SCONFIGGERE LA MALATTIA E I SUOI COSTI: PECCATO CHE LO STATO ITALIANO TAGLIA I FONDI PROPRIO AI CENTRI DI ANALISI

Meglio prevenire che curare” è l’espressione preferita dei più prudenti e mette in evidenza come sia preferibile prendere precauzioni prima, invece di risolvere un problema o una situazione ormai critica.
Sulla base di questo pensiero dovrebbe essere fondato il nostro Servizio Sanitario Nazionale.

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Lo Stato, nel corso degli ultimi anni ha diminuito drasticamente i fondi destinati al SSN, causando un susseguente calo dell’efficienza delle strutture sanitarie e un’inaccessibilità alle cure mediche con un conseguente incremento della sanità privata costringendo chi è più indigente a rinunciare alle cure mediche facendo così mancare il principio di universalità che fondamenta il nostro SSN.

Si discute molto sulle direttive da seguire per potenziare la Sanità; tra le varie soluzioni che vengono proposte vi è un incremento di fondi, che indubbiamente consentirebbe una piccola ripresa qualitativa al SSN ma se non ben distribuiti destinati a essere infruttuosi/vani; da questo pensiero nasce una soluzione alternativa, spesso discussa, ma insufficientemente valorizzata: la PREVENZIONE.

Esistono due forme di prevenzione: la prima è quella Primaria, mirata a migliorare abitudini e comportamenti che aiutino a evitare o diminuire il possibile sorgere di una malattia, la seconda è quella, appunto, Secondaria, tesa a un controllo periodico e costante dello stato di salute del cittadino finalizzato a un’eventuale diagnosi precoce di una malattia consentendo un controllo e a una gestione migliore della stessa.

È evidente come i costi della prevenzione siano inferiori a quelli della cura: curare una persona che ha una malattia in uno stato conclamato è più caro per lo Stato che promuovere la prevenzione della malattia stessa; è evidente che per lo Stato sia più costoso porsi carico di un cittadino “reso invalido da una malattia” che investire nella prevenzione e nell’evitare che quella malattia invalidante insorga.

Tutto ciò, tutti questi principi di diritto che renderebbero performante la Sanità nazionale e limiterebbero i costi annui della stessa si scontrano tuttavia con quello che avviene nella realtà:

come è possibile incrementare la prevenzione secondaria se ai laboratori è destinato esclusivamente, secondo il paper pubblicato dall’istituto per la Competitività (icom) ,tra l’1 e il 2% della spesa sanitaria?!

Ad oggi, i fondi dispensati per i sistemi diagnostici (i famosi Budget annuali) sono in calo, causando non pochi ostacoli all’innovazione in questo settore (software che non consentono la comunicazione dei dati tra strutture sanitarie, strumentazione datata e mancanza di “nuovi prodotti” in grado di portare dei benefici sul lungo periodo) e limitando l’accesso alle cure ai cittadini, costringendoli  a rinunciare spesso alle cure, trascurando e successivamente aggravando la loro salute e causando, con un effetto a catena, un dissipazione di fondi elevato nella fase successiva per la cura.

Lo Stato deve investire le sue energie nel modo più corretto possibile evitando sprechi e cercando di migliore il Servizio Sanitario Nazionale.

E qui, è chiaro come prevenire, sia meglio che curare: sfruttare al meglio le potenzialità della medicina di laboratorio, dirigendo più risorse a questo settore, rendendolo più efficiente e innovativo riteniamo dunque possa giovare al nostro Servizio Sanitario Nazionale, aiutandolo a monitorare e limitare gli episodi di malasanità.

L’opinione dei legali di cui ci avvaliamo, esperti di Diritto Sanitario e delle esecuzioni, è quella di fare di tutto per reperire le risorse economiche che permettano ai laboratori e centri diagnostici di dotarsi delle risorse economiche necessarie alla sopravvivenza stessa della struttura.

In questo particolare periodo storico le risorse economiche devono essere trovate da laboratori e centri diagnostici nel recupero giudiziale/ amministrativo dei crediti derivanti da extra- budget, sconti imposti ex Lege Finanziaria 2006, interessi di mora maturati su ritardati pagamenti effettuati dalla PA.